
Mentre il mondo vive un periodo sospeso, nell’attesa di cogliere il presente e immaginare il futuro, le biblioteche di pubblica lettura continuano a lavorare a un comune progetto nazionale di cooperazione, definito non a caso Rete delle Reti (RdR).
Ed è proprio grazie a questo ininterrotto lavorìo che il 5 maggio scorso, in un’Assemblea costitutiva on-line cui hanno partecipato oltre cinquanta delegati, si sono poste le fondamenta per una Consulta nazionale dei sistemi bibliotecari.
A poco più di sei mesi dalla presentazione della Rete delle Reti, infatti, sono già 26 i sistemi che vi hanno aderito. In totale un migliaio di biblioteche. Insieme dispongono di un patrimonio – cartaceo e digitale – di oltre dieci milioni di documenti.
Dal nord al sud, sono 820 i Comuni rappresentati, sette le Regioni – Calabria, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana e Veneto – e un bacino di utenza di 7 milioni e 300mila abitanti.
Due gli organismi preposti alla governance: oltre alla Consulta, organismo di indirizzo politico – costituita da un rappresentante di ogni singolo Ente firmatario – opera anche il Comitato di coordinamento, affidatario dei compiti attuativi nel rispetto dei traguardi pianificati.
Si sta ora completando l’iter per la nomina dei vertici della Consulta, presidente e vicepresidente, e il consolidamento del coordinamento nazionale.