Elisa Zini – Impegnato nella bella tournèe estiva insieme a Marco Paolini con “La macchina del Capo”, Lorenzo Monguzzi, musicista, compositore e voce dei Mercanti di Liquore, da anni è coinvolto in questa avventura. Non mancano però i progetti futuri che nascono dall’anima di un sensibile e profondo cantautore che ama la musica e non ne può fare a meno. Ancora sudato dopo le quasi tre ore di spettacolo con Paolini, Lorenzo sorride con gli occhi e si concede ad una breve intervista.
Come hai iniziato il lavoro teatrale con Marco?
Innanzi tutto è una brava persona e ci troviamo bene insieme, questo è fondamentale. E poi Marco ha una genuinità e una umiltà disarmanti. Ho iniziato come musicista, accompagnandolo in quello che ormai è diventato un teatro-canzone. Ma la collaborazione è un work in progress: Paolini è un attento studioso. A volte riprende i suoi lavori e li modifica, li aggiorna, rendendoli attuali. Mentre stava lavorando a “I Miserabili” ha voluto rivisitare il suo “Adriatico”, testo che faceva parte de “Gli Album di Marco Paolini: storie di certi Italiani”, chiedendo anche il mio aiuto. Sono riconoscente perché ammiro e stimo molto Paolini come persona e come autore. Insieme abbiamo rivisitato il pezzo e ideato la parte musicale che lo avrebbe accompagnato. Alcuni brani sono stati composti per l’occasione: Adriatica, Acqua di colonia, Il macchinista, La spinta del sale, Musonero, Tabelline.
A Marco piace cantare?
Anche troppo. Spesso devo frenare il suo entusiasmo altrimenti vado fuori tempo. Ama il suo lavoro e quando è sul palco si trasforma: è un vortice di energia che ti trascina fino alla fine, fino all’ultimo battito d’ali.
Come ti trovi nelle vesti di attore?
Mi piace molto, da solo non l’avrei mai fatto e devo ringraziare, per questo, Marco. Il fascino per il teatro però me lo porto dietro fin da piccolo ma sono sempre stato troppo timido. Ora lavorando con Paolini è tutto più semplice. Se mi viene in mente qualcosa la provo e lui: ”Bello, va bene, può funzionare” oppure “così forse no” e questa sincerità mista a rispetto mi piace molto. La gente apprezza il lavoro di Marco perché è schietto, sincero, vero.
Con i Mercanti di Liquore?
I Mercanti sono un successo superiore alle aspettative. Abbiamo un pubblico affezionato che ci segue con molto affetto. A dire il vero ci hanno voluto bene fin da subito. Sono ormai 15 anni che lavoro con i Mercanti. Già da qualche anno però sento il bisogno di prendermi qualche spazio. Mi sono sempre impegnato molto a tenere uniti i Mercanti di Liquore. Sento ora il bisogno di pensare, di seguire un mio progetto, rimettermi in gioco. Credo possa fare bene anche al gruppo: mettersi ancora gioco, in prima persona intendo. Un anno o quello che servirà per capire cosa funziona e cosa no. Una boccata d’aria per non impoverirsi: è importante per un musicista. E la musica è la mia vita. La pausa serve a tutti. Anche in amore serve, basta non tradirsi. State tranquilli: nessuno vuole sciogliere i Mercanti di Liquore.
E il tuo progetto?
Ho composto dei nuovi brani, da solo, tra uno spettacolo e l’altro. Voglio scrivere ancora, appena ho un po’ di tempo. Mi faccio aiutare di volta in volta da persone che apprezzo molto umanamente e artisticamente, anche se non famose, capaci di stimolarmi e arricchirmi. Quando c’è armonia si riesce a dare il meglio, per me è molto importante. Si, ho in progetto un nuovo album solo mio: potrebbe uscire la primavera prossima. Solo quello che mi piace, con i miei tempi. Ci penso, ripenso, mastico, perchè quando esce un brano devo esserne convinto. Non faccio i concerti perché “è ora”! Vado sul palco quando ho tra le mani un lavoro che mi seduce, in cui credo, altrimenti non riuscirei a fare musica. Non concepisco un altro modo di fare musica, io almeno non potrei farla.
Grazie Lorenzo