Liu Zhenyun, uno degli scrittori cinesi più amati, arriva a Milano per incontrare i lettori e presentare Una frase ne vale diecimila, il romanzo definito il “cent’anni di solitudine cinese”. L’opera ha venduto in Cina oltre 4 milioni di copie e ottenuto il Premio Mao Dun nel 2011, massimo riconoscimento cinese per il romanzo, oltre a numerosi altri premi. La trama segue le vicende di due personaggi, Yang Baishun e Niu Aiguo, rispettivamente prima e dopo la nascita della Nuova Cina (1949). Uomini di poche parole e ancor meno amici, le loro esistenze condividono la solitudine che è alla base della condizione umana. Dal romanzo sono state tratte anche una serie televisiva, un film e un’opera teatrale. Il libro è pubblicato in Italia da L’Erma di Bretschneider (556 pp., 22,00 euro, traduzione di Patrizia Liberati).
L’autore incontrerà il pubblico lunedì 2 dicembre, dalle 14:30 alle 16:30, all’Università degli Studi di Milano-Bicocca (Edificio U12, Auditorium Martinotti, Via Vizzola 5). Per l’occasione, Liu Zhenyun dialogherà con Lucrezia Goldin, giornalista di Skytg24. Introduce Alessandra Pezza, docente di cinese dell’Università di Milano-Bicocca. Saluti istituzionali di Fu Haifeng, direttore per parte cinese dell’Istituto Confucio dell’Università Statale di Milano. L’evento, con un richiamo al romanzo, è intitolato “Una domanda ne vale diecimila”.
In una narrazione delle storie di tutti i giorni, in “Una frase ne vale diecimila” l’autore ci ricorda l’importanza del dialogo e dell’ascolto, della comunicazione e dell’empatia, valori che sottendono ogni comunità, anche e soprattutto quella cinese. Con grande umorismo e sensibilità, e una profonda conoscenza della società cinese in tutte le sue sfaccettature, Liu Zhenyun ci offre un affresco di mille personaggi e una panoramica dell’animo umano. Il libro è una testimonianza della sua filosofia di vita espressa con parole semplici e attraverso una struttura narrativa complessa ma immediata. Queste caratteristiche lo hanno reso uno dei beniamini del pubblico cinese, ma non solo: il libro è stato infatti tradotto in oltre 12 lingue. Tra queste inglese, francese, spagnolo, svedese, russo, arabo, farsi, giapponese, coreano e vietnamita. Una frase ne vale diecimila è il terzo volume della nuova collana de L’Erma di Bretschneider dedicata alla letteratura cinese, che già annovera tra i suoi titoli I mangiatori di anguria, dello stesso Liu Zhenyun (2023), e Colorature di Li Er (2023).
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