Il mondo dipende dal trasporto marittimo internazionale, ma le emissioni di carbonio del settore sono in aumento.
Se osserviamo per un attimo gli oggetti che ci circondano – dal telefono che abbiamo in mano ai vestiti che indossiamo – è probabile che circa il 90% di tutto ciò che possediamo sia arrivato a noi attraverso l’oceano.
Il trasporto internazionale è al centro di molte catene di approvvigionamento del mondo, cosa che diventa fin troppo evidente quando si verificano problemi. È anche la fonte di circa il 3% delle emissioni mondiali di gas serra.
Per raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050, il trasporto marittimo internazionale dovrà ridurre le proprie emissioni del 15% entro il 2030. Finora, le emissioni del settore sono andate più o meno costantemente nella direzione opposta.
Un modo per ridurre le emissioni del trasporto marittimo è quello di introdurre una tecnologia molto antica: le vele.
Il vento è una fonte di propulsione pulita che spesso abbonda in mare. Alcuni costruttori navali stanno prendendo molto sul serio questa ispirazione dal passato, realizzando addirittura la struttura della nave in legno.
Altri, come Oceanbird, con sede in Svezia, stanno adottando un approccio completamente moderno, costruendo un prototipo di nave con quattro vele rigide che non solo aiutano a far avanzare la nave, ma ne favoriscono anche l’agilità e la manovrabilità.
Le vele non saranno la risposta completa alla decarbonizzazione del trasporto marittimo: anche i combustibili puliti costituiranno una parte importante dell’equazione. Ma l’energia eolica è un modo promettente per ridurre la dipendenza della navigazione dai combustibili fossili.
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