POP HUB a Rozzano: il progetto di uno spazio di relazione
Una piazza, un mercato, un parco: tre elementi in grado di trasformare il paesaggio urbano e creare occasioni di aggregazione e scambio sociale. Sono questi “i tre strumenti” di comunità che, attraverso il progetto degli studi 967arch e Atelier(s) Alfonso Femia, contribuiranno a realizzare un baricentro sociale, un’ideale situazione di condivisione a Rozzano.
L’intervento si colloca nel centro cittadino, tra la piazza del Comune e via Mimose, una delle strade che si snodano tra i vari condomini di Rozzano. In quest’area intermedia, in-between space nel linguaggio urbanistico, il progetto prevede la realizzazione di un edificio di unità commerciali e di spazi pubblici che mettono in connessione la chiesa di S. Angelo e la piazza del Municipio; il completamento dei lavori è previsto per dicembre 2026.
Cesare Chichi, Stefano Maestri / 967arch e Alfonso Femia / Atelier(s) Alfonso Femia, uniti dalla convinzione che l’architettura si alimenti dal racconto dei luoghi, dall’energia, dall’ascolto della comunità che li vive, in accordo con l’Amministrazione Comunale di Rozzano che ha affidato loro l’incarico, hanno sviluppato un progetto per il centro cittadino, “fatto” di osservazione, analisi e contaminazioni e che prescinde da qualunque discorso stereotipato sul degrado fisico e sociale delle aree metropolitane.
Rozzano è un comune dell’hinterland milanese, con una storia importante che oggi è un’eco lontana, una memoria remota schiacciata da quella più recente, caratterizzata dal progressivo impoverimento del tessuto sociale che ha portato con sé degrado, emarginazione e devianza.
Rozzano “è”, oggi, il centro di ricerca scientifica internazionale in ambito medico Humanitas con l’annesso campus universitario, realtà in essere dal 2014, con il 43 per cento di studenti stranieri.
Lentamente, il paese sta cambiando: lo testimoniano i cantautori, gli artisti, gli scrittori contemporanei che animano lo scenario culturale e musicale a scala nazionale con contaminazioni particolarissime, nate proprio dal sostrato di fattori spirituali, culturali e dalla complessità sociale che caratterizza Rozzano.
Non è affatto comune la concentrazione di una così significativa carica espressiva generata in un unico luogo: tra I tanti Biagio Antonacci, Fedez, giovani rapper e scrittori di fama.
Lo scenario
Lo scenario d’intervento del progetto, è definito da edifici bassi che ospitano negozi, un parco giochi molto frequentato e recintato, un supermercato, ma anche uno spazio marginale formato da una piazzetta pavimentata e da verde urbano, entrambi poco utilizzati dalla collettività e colonizzati dalla piccola delinquenza di Rozzano.
La geometria dell’area è la chiave compositiva che contribuisce a creare la condizione di relazione urbana e architettonica tra le persone, smorzando la drammaticità del vuoto indifferenziato e mitigando l’asprezza dell’intorno.
La relazione tra sguardi come input progettuale per uno spazio pubblico è tanto inusuale quanto necessaria a Rozzano. Nasce dalla volontà dei due studi 967arch e Atelier(s) Alfonso Femia di trasformare una piccola scala di progetto in un’importante occasione di rigenerazione sociale e urbana per la comunità, ma anche per il singolo individuo.
Il progetto per un paese senza centro
Nell’area centrale di Rozzano ci sono il Municipio, le scuole e due parchi pubblici per 350mila metri quadrati di verde complessivi. Non ci sono riferimenti storici preesistenti, tutto è provvisorio da sempre, le strutture prefabbricate temporanee sono state sostituite, a fine vita, da altre temporanee che si sono perpetuate nel tempo.
La forma dello spazio si presta naturalmente ad agevolare la connessione tra la sede comunale, il parco urbano e la chiesa parrocchiale S. Angelo, funzioni ora separate fisicamente dalle esistenti strutture commerciali e dalla viabilità locale di via Mimose.
Il progetto prevede la realizzazione di un edificio commerciale e una pensilina circolare che tiene uniti i volumi, le aree di attività e gli spazi aperti.
Gli spazi pubblici aperti saranno suddivisi secondo tre livelli di attività: la corte circolare interna, la piazza della chiesa e il parco rettilineo che traccia il percorso da piazza del Municipio a via delle Mimose; ogni spazio avrà una sua funzione urbana e sociale distinta, ma i tre ambiti si intersecheranno.
Connessioni multiple e una successione di spazi fruibili a diversi livelli sono chiave progettuale per creare una relazione empatica tra il Municipio, il verde e i nuovi innesti, mitigando le dismorfie indotte dal fronte compatto delle residenze Aler, opponendo un differente e attraente fuoco prospettico.
Il mercato si svilupperà su un unico piano, a ridosso del supermercato esistente, lungo una fascia a sviluppo variabile, dapprima rettilinea poi circolare, intorno a una corte di 42 metri di diametro.
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