In Francesco Guadagnuolo il gruppo scultoreo è ideato alla maniera di una quinta scenica, conserva da un versante il legame con la dimensione scenografica dell’installazione ma se ne separa nell’atto di essere “immersa nel reale” che si estende nel tempo e nello spazio. Diremo meglio sul piano transreale come diverse realtà che s’intrecciano fra passato, presente e futuro. Le sue opere ripercorrono il mondo del teatro che Guadagnuolo aveva cominciato a frequentare alla fine degli anni Settanta come scenografo ed a farlo da regista negli anni Ottanta.
Ceneri alle ceneri di Harold Pinter da cui Guadagnuolo si è ispirato con una sua scultura-installazione L’incomunicabilità, lascia lo spettatore incerto nella ricerca del senso della vita. Nella scena un uomo e una donna rimangono incapaci di comunicare.
Un’altra opera Una donna spezzata di Simone de Bouvair, dove Guadagnuolo con la sua scultura dà vita ad un essere frustrato, una donna-oggetto, più oggetto dell’apparecchio telefonico attaccato al suo fianco. Guadagnuolo isola una donna nuda, debole, rifiutata dal marito, scontenta dai partner che ha avuto modo di incontrare.
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