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domenica, Marzo 16, 2025

“Occhio di bue”, il nuovo libro di Claudio Sottocornola

“Occhio di bue” è il nuovo libro di Claudio Sottocornola, definito dall’autore stesso “un vero e proprio testamento spirituale”, un dono ai suoi lettori, un compendio della sua attività di“filosofo del pop”. Da una vita Sottocornola è impegnato ad analizzare, interpretare e divulgare i contenuti di quella cultura di massa che ha eletto a suo campo d’indagine privilegiato, insieme all’autobiografia e alla contemporanea crisi del sacro.

In controtendenza rispetto all’uso della brevità e dell’estrema sintesi oggi dominanti nella comunicazione pubblica, l’autore ci propone una sorta di archivio da cui estrarre, a piacere, contenuti diversi e variegati, pur nella ripetizione rituale di leitmotiv che costellano questa raccolta di conversazioni, perlopiù trascritte dall’oralità di incontri pubblici lungo la penisola oltre che nella sua Bergamo.

Un vero e proprio viaggio on the road, in cui lo accompagneremo, avvertendoci che repetita iuvant, e che stimolato da un pubblico sempre diverso egli ci regalerà “con le ripetizioni, ciò che le accompagnava in forma di variazione, diversa focalizzazione, a volte, lampo e illuminazione…”.

Si tratta di un corposo volume di 628 pagine di testo, 96 pagine di foto e un Dvd-Rom, allegato in omaggio, con 435 tracce MP3, stralci musicali delle sue lezioni-concerto con gli studenti e il pubblico più vario.

Perché “Occhio di bue”? L’autore ci spiega nella sua Introduzione (“Assolutamente da capire”): “L’‘occhio di bue’ è quella potente lampada che si usa in ambito teatrale, e soprattutto musicale, per proiettare un fascio di luce concentrato e altamente definito sul performer in scena che viene costantemente seguito da un operatore che ne illumina la presenza e i movimenti sul palco. È una sorta di immagine-metafora della sua centralità, del suo essere in quel momento manifestazione, cassa di risonanza dell’essere, suo microcosmo e monade. Occhio di bue in quanto ritaglia e definisce un soggetto come paradigmatico rispetto ad altro, sta a rappresentare quel fenomeno che nel contesto della contemporanea cultura di massa noi chiamiamo successo, equivalente della gloria nello scenario postmoderno”.

Grazie a questa metafora il filosofo del pop propone, a partire dagli ambiti della contemporanea cultura di massa, una riflessione che, dai contenuti giornalistici a quelli storico-sociologici, si va focalizzando man mano come una pratica linguistica e teoretica che è prima di tutto filosofica.

http://www.claudiosottocornola-claude.com

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Tiziana Barbetta

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