TORINO, TEATRO GOBETTI
Martedì 17 novembre 2015, ore 19.30 – Prima nazionale
Repliche: fino al 29 novembre 2015
IL TESTAMENTO DI MARIA
di COLM TÓIBÍN
adattamento e traduzione MARCO TULLIO GIORDANA e MARCO PERISSE con MICHELA CESCON
regia MARCO TULLIO GIORDANA
Dopo il grande successo di The Coast of Utopia di Tom Stoppard, prodotto dal Teatro Stabile di Torino nella stagione 2011/2012, si riforma la coppia artistica composta da Marco Tullio Giordana, che da tempo affianca alle regie cinematografiche quelle di prosa, e dalla pluripremiata attrice Michela Cescon.
L’incontro avviene attraverso le parole di Colm Tóibín, uno dei maggiori scrittori irlandesi contemporanei. In questo breve e intenso romanzo Tóibín riscrive il rapporto fra Maria e suo figlio, nei giorni della predicazione alle folle e poi in quelli terribili della condanna e della crocifissione.
Una madre che parla, che rievoca, che cerca un senso – dubitando di trovarlo – nel destino atroce che l’ha colpita insieme a quel figlio amatissimo. Una Passione in cui la figura di Maria si stacca dall’iconografia della tradizione per raccontarci lo strazio della madre, della donna ferita e sola.
Scrive Michela Cescon: «nel progetto di Stoppard ho dovuto rinunciare a stare in scena perché la cura che mi richiedeva la produzione era tanta e impegnativa. Abbiamo cominciato a cercare un testo che avesse quindi un ruolo per me, certi di voler affrontare nuovamente un lavoro sul contemporaneo, ma che avesse sempre le stesse altezze dei classici. Quando ho letto The Testament of Mary di Tóibín ho capito subito che era il testo giusto, mi sono commossa, mi sono sentita avvolta e, chiuso il libro, la mia immagine di Maria non è più stata la stessa. Ho sentito profondamente il tema madre e figlio, come lo narra lo scrittore, dove la personalità, il talento e il forte destino di un ragazzo risultano dolorosamente incomprensibili e inaccettabili da una madre, perché troppo piena di paura e di amore. Sono certa che diretta dal tocco chiaro ed elegante di Giordana arriverò a “pronunciare” queste parole cariche di tenerezza e di rabbia facendo diventare per me e per gli spettatori Il testamento di Maria un’esperienza importante e che ci riguarda personalmente».