L’attore napoletano Silvio Orlando è semplicemente straordinario in questa pièce teatrale, dove lui solo riesce a coinvolgere lo spettatore interpretando il bambino Momò, le domande che rivolge a se stesso, il rispetto che prova per Madame Rosa, sempre da lui interpretato e raccontata mentre si siede su una poltrona rossa, la favorita di Madame rosa, dove, nei momenti di catatonia, strilla e rivanga attimi vissuti come deportata ebrea sotto il dominio di Hitler.
Silvio Orlando riesce a convincere lo spettatore in tutti i ruoli che interpreta, lascia senza parole, fa riflettere e fa sorridere anche grazie alla sua napoletanità inserita in un contesto e storia francese parigina di un quartiere difficile come quello di Belville.
A fine spettacolo, quando cala ufficialmente il sipario dopo i numerosi minuti di applauso, Silvio Orlando e i 4 musicisti presenti con lui sul palco e che lo accompagnano durante i 90 minuti di messa in scena, ci regalano quasi altri dieci minuti di spettacolarità, durante il quale lo stesso Orlando si cimenta come musicista di clarinetto.
Insomma, uno spettacolo unico, completo e il Teatro Parenti, la cornice perfetta per una esibizione di tale portata.
Dal Romanzo di Romain Gary alias Emile Ajar :
La vita davanti a sé è la storia di Mohammed, detto Momò, un ragazzino arabo che viene allevato e cresciuto da Madame Rosa in un appartamento al sesto piano di una palazzina fatiscente nel quartiere sgangherato di Belville a Parigi. La donna, che lo accetta in cambio di denaro, è una vecchia e ammalata signora ebrea scampata ai campi di concentramento che si occupa di crescere quei bambini del quartiere , figli di altre prostitute giovani , impossibilitate a rimanere coi propri figli perchè le autorità glieli porterebbero via. In cambio, Madame Rosa, riceve mensilmente un vaglia di pagamento per il loro mantenimento.
Mohamed-Momò è un giovanotto scaltro e audace e la presenza di personaggi presenti e così diversi fra loro, alimentano la sua curiosità e la necessità dell’affetto esclusivo di una madre vera, nonostante Madame Rosa lo ami profondamente.
Momò trascorre molto tempo per le vie del quartiere, per racimolare dei soldi e per commettere piccoli furti a riempire le sue giornate e rendere la vita di Madame Rosa e la sua, più confortevole.
Nella palazzina deteriorata transitano personaggi bizzarri e al contempo interessanti, amici e pseudo amici di Madame Rosa : tossici, bambini abbandonati dai genitori, trans e il Dottor Katz che ha in cura Madame Rosa, la quale rifiuta costantemente l’insistenza del dottore a ricoverarsi in ospedale date le sue condizioni fisiche.
Un giorno Momò incontra una giovane bionda signorina che si lascia incuriosire da questo bambino tanto divertente quanto solitario perché da solo in strada mentre assiste allo spettacolo di un circo all’aperto. Momò rivede in Nadine la figura della madre perfetta, la quale scriverà su un fogliettino i suoi dati personali affinchè Momò possa chissà un giorno contattarla.
Ma è la figura paterna di Momò che appare improvvisamente e buffamente al sesto piano della palazzina, sconvolgendo Madame Rosa che pensa che l’uomo possa riprendersi il bambino, pur sapendo che un uomo rimasto chiuso 11 anni in un ospedale psichiatrico perché ha ucciso la mamma di Momò, non potrà mai riaverlo con sé, nonostante una inutile ricevuta che Madame Rosa firmò quando ricevette in consegna Momò, questa confermava la “ricezione” del bambino n cambio di pagamento mensile, fino a nuove disposizioni di chi glielo consegnò.
Ma Kadir Youssef, padre di Momò, muore d’infarto quando Madame Rosa, mentendo, dice all’uomo che non potrà riaverlo e lo confonde con un altro bambino, facendo credere al padre che lei lo ha cresciuto da ebreo e non da musulmano come la sua reale appartenenza religiosa.
Momò assiste quasi come in una favola anche a questo evento e non potrà evitare neppure il peggioramento di salute di Madame Rosà, che morirà tra le sue braccia, in sovrappeso e diabetica e senza mai aver ascoltato i consigli del Dt Katz.
Momò pensa che l’omaggio più dolce da compiere per Madame Rosa, è cospargerla del suo profumo e raccontare a tutti che è andata finalmente in Israele a farsi curare dai quei pochi parenti ancora in vita.
Momò si decide quindi di chiamare la signorina bionda Nadine per poter far parte della sua famiglia.
Al Teatro Parenti di Milano fino al 21 settembre.
Da non perdere! Info e biglietti: biglietteria@teatroparenti.it 02 59995206
Leggi altre news di teatro e cultura su Dietro La Notizia