Standing ovation, applausi ritmati, grida di “Viva la Scala!” e due bis (Coro degli zingari da Il trovatore e “Viva Simon” da Simon Boccanegra) hanno coronato ieri sera al Théâtre Antique di Orange, tutto esaurito, il concerto di cori verdiani con l’Orchestra e il Coro del Teatro alla Scala diretti da Riccardo Chailly; maestro del Coro Alberto Malazzi, direttore musicale di palcoscenico Bruno Nicoli. A causa delle alte temperature, i musicisti si sono esibiti per la prima volta senza giacca, indossando solo una camicia nera.
L’arrivo della Scala era tra gli appuntamenti più attesi delle Chorégies, il più antico festival musicale francese.
Il teatro romano, risalente al I secolo dopo Cristo e restaurato nell’800, presenta un’acustica eccezionale e può accogliere oltre 8000 persone. Al concerto ha assistito tra gli altri il Console Generale d’Italia a Marsiglia Alessandro Giovine.
Sui leggii il programma di Cori e Sinfonie di Giuseppe Verdi già applaudito per la Stagione Sinfonica gli scorsi 3, 6 e 8 giugno.
La Decca di Londra ha registrato i concerti e li pubblicherà nel 2023, mentre per l’autunno è in preparazione una grande tournée europea le cui date saranno comunicate successivamente. L’appuntamento di Orange è quindi l’anticipazione di un più ampio progetto di ritorno del Teatro sulla scena internazionale oltre che discografica con il repertorio che più lo identifica. La tournée è realizzata con il sostegno di Allianz.
Restano nella memoria l’incisione dei Cori di Verdi realizzata nel 1971 da Claudio Abbado insieme a Romano Gandolfi per Deutsche Grammophon e quella diretta da Riccardo Muti con Roberto Gabbiani per EMI nel 1997.
Il programma
Il programma, che riprende in buona parte quello dei concerti alla Scala, disegna un ritratto di Giuseppe Verdi nel corso di trent’anni di attività, da Nabucco (1842 – si sono ascoltate la Sinfonia, “Gli arredi festivi” e “Va’ pensiero”) a Aida (1871 – chiude il programma con le note del Trionfo). In mezzo il Coro dei pellegrini e il celebre “O Signore, dal tetto natio” dai Lombardi, il baldanzoso “Si ridesti il leon di Castiglia” da Ernani e la scena dell’Autodafé che chiude il Terzo atto con il coro “Spuntato ecco il dì d’esultanza”, a conclusione della prima parte. E ancora il Coro delle streghe e il commovente “Patria oppressa” da Macbeth, il Trovatore di cui si eseguono il Preludio e il famoso “Vedi le fosche notturne spoglie”, ritmato dai colpi di martello sulle incudini, e la Sinfonia da La forza del destino.
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