“Stranger at Home”, il nuovo album del musicista e scrittore modenese, in uscita il 13 ottobre e pubblicato da Egea Music, è un lavoro strumentale sospeso tra jazz, elettronica e world music, quarto disco di Bernardi e secondo in questo genere. Lo strumento protagonista è ancora una volta il Corno Francese, strumento con il quale l’autore iniziò a farsi conoscere, più di 30 anni fa, negli ambiti modenesi tra jazz e pop, con musicisti che iniziarono a stimarlo e a collaborare anche alle sue canzoni.
In questo lavoro sono ben presenti le influenze classiche del progressive degli anni ’70. Tornano le atmosfere di inusitati paesaggi sonori che abitano spazi interiori oltre che naturali, presenti anche nel precedente Cor’n Connexion (2012). Gaspare Bernardi suona il corno, che utilizza in forma naturale, digitale e con sordina. Come sempre le parti delle tastiere e del piano, gli arrangiamenti e le eventuali liriche sono eseguite e realizzate da lui stesso. Nelle 9 tracce dell’album, più una bonus track estratta dal brano che dà il titolo al lavoro, sono con lui vecchi e nuovi compagni di viaggio. Troviamo così Giamba Giorgi al basso, Ugo Moroni alla chitarra, Giuseppe Tortorelli alla batteria, Lele Leucci alle chitarre synth, Sarita e la giovane Giò Cozza, effetti e voce.
Ospiti eccezionali, a suggellare serietà e valore dell’opera (sorta di “concept album”) sono Markus Stockhausen alla tromba (artista di spessore internazionale figlio del grande genio del ‘900) e l’amico di sempre Achille Succi, prodigioso jazzista e improvvisatore al clarinetto basso. “Questo secondo album strumentale – sottolinea Bernardi – è parte di una ideale trilogia che vede questo strumento un poco inusuale come protagonista, e segna per me una sorta di ripartenza con l’intento di realizzare attorno a questo un nuovo progetto e nucleo musicale, con cui lavorare riprendendo un discorso là dove si era interrotto”.
Benché esclusivamente strumentale, “Stranger at Home”, come il precedente lavoro Cor’n Connexion, racchiude una vera e propria canzone che dà il titolo all’album, cantata assieme all’amica Sarita. Il brano rappresenta un passaggio cruciale del percorso di Bernardi: da un lato radici e legami profondissimi, dall’altro solchi e fratture poco conciliabili e una comunicazione da sempre difficile che, racchiusi sinteticamente nel titolo, trovano anche nei diversi brani spazi, profondità e orizzonti visti appunto da chi ora sta seduto come su alture lontane.
Di questa song Gaspare ha realizzato lui stesso il video, che uscirà con l’album e che lo vede girovagare tra le sue amate montagne.
Sicuramente in continuità con Cor’n Connexion, i motivi melodici in questo lavoro però si rendono più evidenti e riconoscibili, come il tessuto armonico sottostante, ma dove frammenti, brevi inserti, echi, dettagli che compongono sottili giochi d’incastri tra le melodie principali sono ancora presenti con intenzionale rilievo. Le dieci tracce si rifanno in parte a brani sperimentati nelle ultime sedute con il gruppo, ora sciolto, e per metà a nuove originali composizioni, come a segnare il termine di un’esperienza e l’inizio di una nuova fase. Interessanti, come nell’Arco Terrestre, le note scritte all’interno della confezione che approfondiscono i temi ispiratori.